Dossier - Dossiers

 

La scuola al cinema: didattica e relazioni educative
Appendice

 

Diario di un maestro (di Vittorio de Seta, Italia 1973)

Il garnde documentarista Vittorio De Seta realizzò nel 1973 questo sceneggiato prodotto dalla Rai, mandato in onda in quattro puntate (290') e poi uscito in una versione ridotta (135') per le sale e, successivamente, riproposto integralmente in DVD (pubblicato da Feltrinelli Real Cinema). Su YouTube sono reperibili solo la seconda e la terza puntata, a cui pertanto faremo riferimento.

Si tratta di un'opera a metà strada tra il documentario e lo sceneggiato (ciò che oggi si chiamerebbe docufiction): in realtà, però, è il frutto di un montaggio di riprese durate un anno, in cui il maestro protagonista insegna veramente ad una classe quinta elementare, e che mantiene pertanto intatta tutta l'autenticità della vera esperienza. Ispirato al romanzo di Albino Bernardini Un anno a Pietralata, girato quasi interamente con camera a mano da Luciano Tovoli, è una fotografia emozionante e rigorosa della situazione della scuola italiana in una delle tante situazioni difficili del periodo, e, con un tono da neorelismo, accoglie e fa sue le proposte di rinnovamento pedagogico e didattico partite, tra l'altro, da Lettera a una professoressa di Don Lorenzo Milani, uscito solo pochi anni prima. Le riprese del lavoro didattico sono spesso intervallate dalla voce fuori campo del maestro che riflette su quanto ha fatto, sui problemi, le difficoltà, ma anche sui successi e i possibili sviluppi.

Questo documentario è ricchissimo di spunti pedagogici e didattici, e riassume in modo mirabile l'assunto di base del nostro Dossier, ossia che stabilire un rapporto interpersonale con gli alunni è la premessa perché le strategie didattiche dell'insegnante siano veramente efficaci. Merita di essere visto integralmente: noi cercheremo di evidenziare e commentare solo alcuni momenti particolarmente significativi ai nostri fini.

Il giovane maestro napoletano, fresco di prima nomina, arriva in una scuola elementare dei quartieri Tiburtino 3, Pietralata e La Torraccia, borgate romane che in quegli anni, in uno stato di enorme povertà, degrado e disagio sociale, vedevano nascere rapidamente grandi complessi di case popolari che intendevano rimpiazzare le baracche in cui vivevano ancora numerose famiglie. Il maestro si ritrova in una classe di "scarti" (come vengono definiti gli alunni dai colleghi): molti ripetenti e, soprattutto, molti ragazzi che vengono a scuola solo in modo saltuario, perchè lavorano anche se non hanno ancora 14 anni, e che il maestro cercherà di recuperare, spesso invano, andandoli a cercare per i quartieri.

Il maestro si accorge subito che quel poco che i suoi alunni sanno è frutto di uno studio mnemonico, fatto di pochi fatti, date, nomi ... ed anche il libro di testo (il "sussidiario") fornisce informazioni lacunose e assolutamente lontane dal mondo reale vissuto quotidianamente dai ragazzi. Decide allora di partire proprio dalla loro realtà, per ritrovare poi gli spunti di un lavoro didattico aderente ai loro bisogni. Con frequenti uscite nei quartieri, impara a conoscere questo mondo così disagiato e così lontano dalle pretese della scuola "ufficiale". Da queste "uscite didattiche" nasce anche la volontà di lavorare sempre in gruppo e di stabilire norme di comportamento che regolino la vita della classe.

                                                                             

Diario di un maestro - Seconda puntata

In una di queste "scorribande" per i quartieri, il maestro scopre che i ragazzi hanno l'abitudine di cacciare e torturare lucertole: da qui nasce un progetto complesso, che si basa sul costruire in classe un piccolo ambiente in cui le lucertole possano vivere ed essere osservate. I ragazzi cominciano ad impegnarsi, realizzando disegni e piccoli scritti: è una lezione di scienze ... Qualcosa comincia a muoversi ... quando un giorno un ragazzo ruba un'auto e finisce contro un muro. Il maestro capisce che non si può passare sotto silenzio questo episodio: interrompe la lezione e instaura con i ragazzi una riflessione su quanto è accaduto (22:51 - 25:25).

L'episodio dà anche al maestro l'oppoertunità di iniziare insieme ai ragazzi un'inchiesta sui furti, di cui sono spesso anche protagonisti, e sulle ragioni di questo fenomeno così diffuso nei quartieri: la discussione è animata ma così caotica che il maestro deve intervenire per regolarla (31:21 - 32:00). Sempre nell'intento di portare il mondo esterno dentro l'aula, il maestro invita un suo conoscente, anche lui ex "ragazzo di borgata", autore di furti, ospite per un certo tempo di un  riformatorio ma ora uscito da questi "giri" e diventato un onesto lavoratore, a venire in classe a raccontare la sua esperienza, di ragazzo ma anche di adulto che ora sa riflettere sul suo passato (32:01 - 43:18). I ragazzi sono attenti al racconto dell'ospite, fanno domande, intervengono spesso portando la loro esperienza.

Cambia nel frattempo anche l'ambiente di lavoro: consapevole dell'importanza del lavoro di gruppo, il maestro si lancia in una vera e propria rivoluzione. I banchi vengono riuniti per formare grandi tavoli, e persino la pedana della cattedra (che il maestro non usa mai!) viene trasformata in una piccola libreria che accoglie tutti i materiali e i libri che servono per il lavoro in classe (53:03 - 57:07): occasione anche per fare un po' di matematica ... Così come la discussione per costituire una piccolo "fondo comune", a cui tutti, compreso il maestro, contribuiranno per far fronte alle spese di gestione delle attività, e per eleggere chi, a turno, ne sarà responsabile.

 

Diario di un maestro - Terza puntata

I ragazzi e il maestro assistono alla demolizione di un gruppo di baracche e vecchie case, e in classe il maestro invita gli alunni a realizzare, individualmente, dei disegni su quanto hanno visto; nel frattempo si chiede come proseguire il lavoro (5:30 - 8:11). Decide dunque di far scegliere a ogni gruppo uno o due disegni ritenuti "migliori" per poterli poi fare confluire in un unico disegno, come frutto della collaborazione di ogni gruppo. Segue un'animata discussione, in cui fanno fatica ad emergere criteri chiari di scelta. Il maestro interviene allora per fornire qualche indicazione più precisa: lascia sempre la libertà di parola e di scelta, ma sa anche quando è necessario fornire un piccolo (o grande) "aiuto" per far progredire lo spirito critico dei ragazzi. Nel successivo lavoro di gruppo, il maestro si limita a monitorare il lavoro, fornendo via via qualche consiglio o spunto.

Naturalmente non tutto "fila liscio" per il maestro, ma le diffcioltà m aggiori sembrano provenire non dagli alunni, ma dall'istituzione: ha già avuto degli incontri/scontri con i colleghi (e soprattutto con il direttore), che sono sospettosi e irritati dai metodi innovativi, che turbano l'atmosfera di rassegnazione e di stanca routine che regna nella scuola. Quando un collega viene a fargli visita in classe (13:15 - 19:02), rimane sconvolto da quello che vede, è scettico sull'efficacia del metodo utilizzato, e non può che rifiutare l'invito del maestro di unire le loro due classi per lavorare assieme ... "Tu gli devi insegnare l'italiano, la storia, la geografia ... Ma chi te lo fa fare, ma chi ti ha messo 'ste idee in testa ...". Il collega popi lo rimprovera di non aver partecipato alla riunione dei maestri, e lo mette in guardia contro le colleghe "scatenate" contro di lui e le sue innovazioni. E non mancano momenti di tensione: "Questo fatto del doposcuola ..., perché si deve fare gratis? ... Siamo tutti dei missionari? ... Guarda che queste ti aspettano al varco ... prima o poi te la fanno pagare".

Imperterrito, il maestro prosegue con il suo lavoro. Prendendo spunto delle recenti demolizioni delle baracche, inzia un'inchiesta sulle abitazione degli alunni: nome i dognuno, numero delle stanze, quanti vivono in una stanza, quante persone stanno in ogni stanza, e i servizi. I dati forniti da ogni alunno vengono registrati su una tabella alla lavagna; poi i ragazzi vengono invitati a scrivere un pensiero riguardo alla loro abitazione - pensieri che poi vengono letti a voce alta dal maestro (24:51 - 27:28). La consapevolezza dei ragazzi cresce, e il maestro fa un passo avanti: "Questo tabellone che abbiamo fatto ci dà l'informazione sulla realtà ... Ora dobbiamo tentare di capire perché esistono situazioni di questo genere, come si sono create ... Per fare questo, bisogna prendere un punto di partenza. Allora io vi propongo di fare la storia della vostra famiglia".

Il nuovo progetto richiede che i ragazzi facciano domande ai genitori: una nuova serie di dati, riassunti su un altro cartellone e documentati da brevi scritti, discussi e commentati assieme (32:15 - 32:42): "Con i brani più interessanti abbiamo composto un testo collettivo, che è un po' la sintesi di questro nostro lavoro. E' piaciuta l'idea che la classe, tutta insieme, possa scrivere una cosa". Questo testo, trascritto alla lavagna, viene poi fatto oggetto di analisi attenta da parte di tutti, per eliminare errori di ortografia, per sintetizzare cancellando il non necessario, per dare coerenza al testo. Questo lavoro attivo sul testo porta il maestro a far prendere coscienza dell'importanza di padroneggiare la lingua, per potersi esprimere, per comunicare con gli altri, per difendersi (36:55 - 38:14).

Sulla scia delle informazioni raccolte dalle famiglie, il maestro arriva ad affrontare la storia dell'Italia più recente, dal fascismo alla repubblica, invitando in classe anche dei genitori per avere più testimonianze dirette di questi avvenimenti che ai ragazzi appaiono così lontani dalla loro vita attuale. Una visita al Colosseo e a Piazza Venezia è ll nuovo punto di partenza per raccogliere testimonianze dei propri genitori relativamente al periodo della guerra. La puntata si chiude con il maestro che fa ascoltare ai suoi alunni la dichiarazione di guerra di Mussolini del 10 giugno 1940 ... e con i volti dei ragazzi attoniti e sbigottiti da questa voce dal passato ... (1:01:57 - 1:06:38).

 

"Vittorio De Seta, un antropologo che si esprime con la voce di un poeta" Martin Scorsese

"Si partecipa in ogni momento e non c'è spazio alla commozione, si è lì a fare scorpacciate di verità, a capire come si sopravvive, a intuire come fa chi tenta di strappare la dignità, come un cane quando morde l'osso" Roberto Saviano

 


HomeIntroduzioneLinguaggio cinematograficoStudi sul cinemaGlossari DizionariRisorse web

HomeIntroductionFilm languageFilm studiesGlossaries DictionariesWeb resources

 

info@cinemafocus.eu

Disclaimer   Crediti